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DA PADOVA AD ALTINO

Superati i Colli Euganei, ricchi di boschi e di acque termali e bordati da vigneti secolari, la Via Annia procede spedita verso nord. Dopo Padova (Patavium) il suo tracciato è piuttosto chiaro. Ci si lascia quindi alle spalle la Riviera del Brenta, che nell'epoca della grande espansione agricola veneziana sulla terraferma era divenuta quasi una ideale continuazione del Canal Grande, con i palazzi patrizi che si specchiavano nelle acque dei canali, in una sorta di competizione estetica. Seguendo come filo conduttore l'antico tracciato dell'Annia, ci si avvicina rapidamente alla lagun, attraversando un paesaggio di pianure agricole, celebri per le loro produzioni tradizionali e solcate dai grandi assi viari moderni. Dopo Mestre, che in epoca romana era probabilmente solo un castrum, la via si spingeva in direzione di Altino, la città più importante della laguna veneziana dell'epoca. Al termine della parabola storica della città romana, da qui sarebbero fuggiti gli abitanti in cerca di sicurezza verso l'isola di Torcello, che avrebbe poi dato i natali a Venezia. Anche qui il paesaggio è decisamente caraterizzato dalla costante presenza dell'acqua: ad Altino, poco oltre il punto in cui terminavano le pietre del foro, si scendeva verso il canale che conduceva alla laguna e al mare aperto. A Mestre il traffico proviene invece dalla terraferma; pur tuttavia lo sguardo e l'indole sono legati a doppio filo al panorama di acque, canali e isolette che si allargano dolcemente in direzione della oramai vicinissima silhouette della città dei Dogi.

 

Da Padova ad Altino

Da Padova ad Altino